In Turchia c’è sempre tempo per un börek

Nei giorni in cui si scopre Istanbul, almeno nelle prime volte che la si comincia a frequentare, si rimane ammaliati dalla caotica e veloce poesia che contraddistingue il suo scenario umano. Nessuno sembra fermarsi per più di qualche minuto, ognuno vola da una parte all’altra senza sentire il peso dei chilometri di salite che contraddistinguono la città. L’importante è andare, sempre. A un certo punto, vedendo i luoghi di ristorazione sempre affollati, si comincia a pensare che non sia fretta quella che li riguarda ma tempo che si rosicchia e si accumula per i momenti di ritrovo: le cene nelle meyhane a base di meze e conversazioni; le sessioni di rak? e pesce fino alla mattina dopo; le ricchissime colazioni a base di ogni pietanza che, per noi, costituirebbero un pranzo.Si inizia allora a cercare da dove provenga tutta quella energia.
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