L' europeismo trasformato in un culto neo-marxista

Infuria la polemica su un documento che credo debba essere posto nella giusta luce. È vero che occorre contestualizzare ogni testimonianza storica e che il Manifesto di Ventotene risente del clima del 1941 e anche della «spinta propulsiva» di un Manifesto di 93 anni prima. La scarsa fiducia nella democrazia era moneta corrente fra fascisti e antifascisti, fra cattolici e liberali, comunisti e socialisti. La convinzione che solo le avanguardie illuminate avrebbero potuto prendere per mano la storia e portarla dove occorreva che andasse, per il bene naturalmente di tutti, era ancora più diffusa. Il fatto è, però, che quel documento non sta solo nella storia, ma è l'atto costitutivo di una religione civile di nome “europeismo”. Il dogma cruciale di questa fede è che l'ideale “Europa unita” deve diventare indiscutibile, un valore ultimo sottratto all'analisi razionale.
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