Adolescence | il carnefice dipinto a vittima?
Ho visto Adolescence, la serie tv inglese ideata da Jack Thorne e Stephen Graham e diretta da Philip Barantini, da quando è uscita prima su Netflix, e nonostante sia stata amata da tutti, a me non ha convinto, anzi, mi ha proprio innervosita.Ho riflettuto e aspettato un po’ prima di scriverne, perché dopo averla finita ho passato giorni a chiedermi quale fosse il senso di questa serie.Ne ho letto molto, forse troppo, anche da persone che stimo e ammiro, con le quali spesso condivido il pensiero, per esempio Carlotta Vagnoli, scrittrice e attivista, con la quale però non mi sono trovata d’accordo, anzi, mi è sembrato, leggendo le sue osservazioni, di aver visto due serie diverse, lei l’ha amata, a me ha lasciato addosso molta delusione.Quindi mi sono interrogata e rinterrogata, finché non sono arrivata alla conclusione che questa serie a me, e pochi altri, non ha convinto perché si maschera da una serie progressista, ma con le stesse dinamiche e retoriche patriarcali a cui siamo sempre stati sottoposti, niente di nuovo, niente di innovativo, niente di rivoluzionario, un’ennesima serie che sbaglia il modo di parlare di femminicidio.
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