Argyris Chionis la vita ad occhi asciutti Traduzione di Massimiliano Damaggio

Se, in un certo senso, leggere significa “imparare” il linguaggio del sentimento – di come, cioè, i sensi percepiscono la vita, di come la “pensano” – allora Argyris Chionis sembra aver fatto della propria scrittura una “guida”, per sé e per noi, attraverso l’esperienza di esistere. Non poesia di pensiero, quindi, ma “sentiero” lungo il tempo: immagini fuggitive, come di chi guarda dal finestrino del treno e sa già che ogni stazione in cui si arriva è, al tempo stesso, stazione di partenza, in questo fluire inarrestabile di nascita e morte, comparsa e scomparsa, in questo cerchio che solo si chiude quando il nulla si schiude. Fino ad allora il compito di un poeta come Chionis sembra essere quello del bagnasciuga che registra di ogni onda l’arrivo e la scomparsa. Nient’altro. “Solo” la vita, in sé, ad occhi asciutti.
Argyris Chionis la vita ad occhi asciutti Traduzione di Massimiliano Damaggio

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