La ragione pandemica rubò la ragione critica

Il replicante di Blade Runner che diceva di aver visto cose che noi umani mai avremmo immaginato non è più solo. Tutti abbiamo vissuto, negli ultimi anni, eventi che mai avremmo immaginato. L'emergenza del Covid e la sua gestione politica ci hanno fatto vivere in una sorta di distopia collettiva, a cui in verità ci siamo anche adeguati supinamente, come se quel che succedesse fosse dopo tutto normale. Oggi che tutto è finito, il sentimento predominante nell'opinione pubblica è quello della rimozione. Cioè ancora una volta ad abdicare sembra essere la ragione critica, messa in un cantuccio ad aspettare una nuova possibile “emergenza” o a sperare che ciò mai più accadrà. Un atteggiamento collettivo comprensibile, ma non certo giustificabile. Preziosa è perciò la ponderosa raccolta di saggi (più di 750 pagine) che l'editore Meltemi pubblica in questi giorni per ripercorrere criticamente la storia di quel che è avvento nei giorni del Covid: critica della ragione pandemica, a cura di Federica Cappelluti, Paolo Cesaretti e Francesco Laviano.
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