Stile Ghibli con l’Ai? Dovremmo imparare a usare la tecnologia senza esserne dominati
di Simone MillimaggiA volte mi chiedo cosa significhi davvero creare e cosa perdiamo quando affidiamo le nostre emozioni a macchine che, per quanto sofisticate, non hanno vissuto un attimo di ciò che raccontano. Miyazaki ha trascorso una vita a infondere nei suoi disegni non solo la maestria del tratto, ma l’amore che trema, il dolore che scolpisce, la gioia che accende l’ombra, la nostalgia che sussurra al tempo. Ogni linea è un respiro, ogni sfumatura un frammento della sua anima sospeso tra carta e cielo. Vedere quel lavoro imitato, riprodotto e magari persino spacciato per “nuovo” da un algoritmo mi lascia un senso di vuoto. Non è solo una questione di fedeltà estetica, ma di rispetto.L’arte nasce da un dialogo intimo tra l’artista e il mondo, e quando un’IA lo replica, quel dialogo diventa un monologo vuoto.
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