Vivo e vegeto ma lo può dire soltanto un tribunale
Luca non esiste. È un ragazzo di 14 anni, ha un naso, due occhi, una bocca, una mamma, un papà, una sorellina, una casa a Ostia e un banco a scuola. Ma non esiste. Come se fosse un fantasma. Quando nacque, 14 anni fa, l’ospedale trasmise regolarmente il documento (c’è la ricevuta: ore 10,40 del 20 dicembre 2010), ma all’anagrafe di Roma la comunicazione non risulta pervenuta. Dev’essersi persa per strada. O deve essere scivolata sotto qualche scrivania. Comunque sepolta dalla burocrazia. Di fatto: non c’è. E dunque Luca, per lo Stato italiano, non è mai nato. Non esiste.Così Luca non può avere una carta d’identità. Non può avere un passaporto. Non può avere la tessera sanitaria. E non può nemmeno fare l’abbonamento all’Atac, l’azienda dei trasporti romani. Anche se si presenta fisicamente allo sportello del Comune di Roma, per il Comune di Roma lui non c’è.
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