Un pepe d’India che non è pepe e che non viene dall’India
Si dice peperoncino, ma il plurale è d’obbligo: in base a un censimento del 2020 ce ne sarebbero oltre mille varietà. Ormai coltivate in tutto il mondo, anche se l’origine, che risale a più di 6.500 anni fa, è patrimonio delle culture amerindie. In Perù e in Messico il peperoncino era di uso quotidiano e le popolazioni precolombiane lo usavano anche, insieme alla farina di mais, nella preparazione del xocolatl, la bevanda degli dèi, aspra, densa, amara e speziata, molto diversa dalla cioccolata dolce e coccolosa a cui siamo abituati.Dobbiamo a Cristoforo Colombo, e alla scoperta dell’America, la sua diffusione nel resto del mondo, che da allora è stata inarrestabile. Anche se, all’inizio, non sembrava annunciarsi un successo e le aspettative di grandi guadagni del navigatore e dei Reali di Spagna furono deluse: il sapore troppo piccante non era gradito ai ricchi e ai nobili, abituati a gusti più delicati; inoltre, la pianta era adattabile, di facile coltivazione e resistente al freddo.
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Linkiesta.it - Un pepe d’India che non è pepe e che non viene dall’India
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Video pepe d’India