L’insensato calcolo di Trump sui dazi contro gli Usa e altre assurdità tariffarie

Si fa presto a dire dazi, contro-dazi, barriere tariffarie, ripicche e misure prese reciprocamente. Soprattutto se i conti su cui si basa tutta l’architettura sono fantasiosi, anzi: del tutto insensati. Con uno degli ormai consueti show dalla Casa Bianca, Donald Trump ha ribaltato il tavolo alla sua maniera, dichiarato una guerra commerciale di proporzioni globali, dicendosi certo che il 2 aprile 2025 – il tanto atteso “Liberation Day”, anche se non si capisce bene di liberazione da cosa – «sarà ricordato per sempre come il giorno in cui l’industria degli Stati Uniti è rinata». Il risultato è l’imposizione di dazi reciproci minimi del 10 per cento e, per i Paesi «più cattivi» («worst offenders») un’aliquota pari alla metà di quella subita (l’unico effetto per ora è stato far crollare Wall Street).
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