Il potere delle fotografie tasselli di memoria condivisa
Difficile ora, se non facendo ricorso all’impasto tra nostalgia e passione, considerare uno scatto fotografico come un’esperienza irripetibile. Scattiamo tanto, a volte anche per noia, e cancelliamo in fretta quello che abbiamo scattato. E se non lo distruggiamo, arriviamo a ritoccarlo. Claudio de Polo-Saibanti che per quarant’anni ha guidato Alinari, il più grande archivio fotografico italiano, ci riporta a un tempo in cui il verbo immortalare aveva ancora un senso e una sua sacralità. Le foto erano – dovrebbero esserlo ancora – tasselli per delineare una memoria condivisa. È la tesi de Il potere delle immagini, un libro che è innanzitutto un memoir sulla sua famiglia. Una famiglia che ha attraversato il secolo breve. C’è tutto il Novecento nella storia familiare del padre, dirigente d’azienda, che si muove dai confini dell’impero austro-ungarico fino a Genova per poi arrivare a Trieste che nell’immediato Dopoguerra è sotto controllo degli alleati.
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