Anatomia di un disastro otto cambi in meno di due anni

Tempo di lettura: 2 minutidi Gigi CaliuloPasquale Marino è un professionista, dunque aver accettato la guida di una Salernitana alla canna del gas non lo incorona come un eroe. Al neo-tecnico granata va, quindi, il doveroso augurio di buon lavoro con la consapevolezza che il compito sarà arduo ma non impossibile.Le considerazioni a latere, però, sono molteplici. Con l’arrivo dell’ex allenatore dell’Udinese si tocca quota otto: tanti sono gli avvicendamenti in panchina nelle ultime due, sconcertanti stagioni. otto cambi di timoniere, tutti contraddistinti da un comune denominatore: il clamoroso fallimento di ogni programmazione, anche solo abbozzata, da parte di una società quasi del tutto priva di uomini di campo, governata da soggetti distanti dalla realtà. cambiare otto allenatori senza mai riuscire ad uscire dalla crisi è il risultato inappellabile di un lavoro disastroso, proposto e programmato da quattro direttori sportivi diversi ma avallato da un uomo solo, entrato nel mondo del calcio con il proposito di rivoltarlo come un calzino e finito pateticamente in un tritacarne dalle lame impazzite.
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