Carlos Alcaraz | Non sono ossessionato dall' essere il migliore al mondo

Siamo portati a credere che un atleta raggiunga l’eccellenza sacrificando ogni altro aspetto della propria esistenza, eliminando tutto ciò che potrebbe distrarlo dall’obiettivo. Negli ultimi decenni questo è stato il modello dominante e l’imperativo era chiaro: per essere il migliore era necessario iniziare presto. Dovevi vivere per il tuo sport. Se aspiravi a diventare il numero 1 dovevi rinunciare a una vita normale, ai cicli naturali dell’infanzia, dell’adolescenza e della giovinezza. Non ti sarebbe stato concesso di commettere errori, né di imparare dalle cadute al momento giusto. Ogni scelta avrebbe dovuto piegarsi alla logica della competizione, anteponendo lo sport alla felicità. Il piacere del successo sarebbe arrivato solo dopo il ritiro, quando avresti potuto contemplare la collezione di trofei accumulati nel tempo.Leggi su Gqitalia.it