La mitologia pacifista e la dissoluzione del dibattito pubblico
C’è qualcosa di profondamente inquietante nel modo in cui il concetto stesso di manifestazione si è svuotato. Non più gesto collettivo dotato di progettualità politica, ma esercizio scenico di una volontà astratta, destinata non a incidere sulla realtà, ma solo a produrre rappresentazione. La manifestazione contro il riarmo andata in scena a Roma non è stata un evento politico: è stata un contenuto.Non conta più ciò che si afferma, ma il fatto che si sia presenti. “Io c’ero”, declinato in infinite varianti digitali, ha sostituito “io penso”, “io rischio”, “io decido”. In questa nuova religione della presenza, il giornalismo si inginocchia accanto alla politica e all’influencer, nella stessa posa, con la stessa smania di legittimazione visiva. Marco Travaglio che prende parola in piazza non è un gesto neutro: è la dissoluzione del confine tra chi analizza e chi agisce.
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