Le convergenze parallele di Nicolino Bombacci comunista convertito al fascismo
Il Partito comunista d’Italia delle origini era più leninista che marxista. Più militare che didattico. Il dibattito politico non brillava per raffinatezza. Anche per questo prevalevano uomini pratici e visioni radicali. Il primo leader del pcd’i fu Amadeo Bordiga: teorico di una forza politica composta di avanguardie del proletariato, ristretta nella composizione ma coesa e disciplinata. Pura, indisponibile a qualsiasi compromesso, che doveva rimanere fuori dal parlamento per non essere corrotta dalla vicinanza con i rappresentanti della borghesia. Una forza politica che puntava dritto alla realizzazione in forma violenta alla dittatura del proletariato, esattamente come era accaduto in Russia: perché la vera rivoluzione doveva avere un carattere internazionale per essere compiuta.Sostanzialmente allineato alla visione di Bordiga fu Nicolò Bombacci (noto anche come Nicola o Nicolino), il protagonista di una vicenda umana e politica straordinaria, al limite dell’incredibile, che tuttavia suscitò scandalo e imbarazzo fra le file dei comunisti italiani.
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Il Lenin romagnolo Le convergenze parallele di Nicolino Bombacci, comunista convertito al fascismo.
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