Gli effetti collaterali della furia compulsiva di Trump sui dazi

Quanto può resistere Donald Trump in questa frenetica rincorsa all’uso iperbolico e punitivo dei dazi? Il dubbio, già ben presente tra i suoi oppositori, comincia a contaminare l’inner circle di casa sua. Quando si tratta del personaggio bisogna andare con le pinze, ma fa specie che Elon Musk, ossia il numero uno dei suoi sostenitori, stia facendo plateali pressioni per convincerlo a fermarsi. Del resto se il patron della Tesla posta il video dell’odiato Milton Friedman con la sua metafora della matita vuol dire che sta facendo sul serio. Trump da campione d’eleganza ha appena detto che tutti i Paese «sono in fila per baciarmi il culo». Quindi per ora non lascia ma raddoppia, in una escalation che ha poco a che fare con l’economia e molto con il suo delirio di onnipotenza. Come altro definire la mossa di chi alza i dazi oltre il 100 per cento sulle merci importate dalla Cina? Una follia, una capriccio isterico, una ritorsione?I dazi non servono solo a regolare i conti di geopoliticaMolti hanno scritto che nella sua furia distruttiva l’inquilino della Casa Bianca, ignorando quanto la globalità abbia interconnesso i mercati tutti, non solo quelli finanziari, risponda a una concezione medievale del commercio.
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