La parabola degli astri cadenti ‘A different man’ ‘The last showgirl’ e ‘The shrouds’

Sognare il successo, ma anche viverne ascesa e precipizio, la totale perdita. Come vediamo noi stessi e gli altri, e il mondo come ci gira realmente intorno? La percezione del corpo a volte la intendiamo come bellezza che dà successo e senso alla vita, scrigno del nostro talento o tabernacolo dei nostri sentimenti. Così elementi come esibizione, voyeurismo, aspirazioni, complessi, morbosità o addirittura caduta s’intrecciano in tre racconti cinematografici ora in sala, uno anche un po’ oltre la morte terrena. Temi concatenati, stili differenti, ma tutti destinati a una parabola pindarica.Cominciamo con The last Showgirl, opera seconda di Gia Coppola. La sceneggiatura di Kate Gersten presenta dialoghi agili e incisivi, un’asciuttezza mirabile nell’economia delle parole e una profonda forza emozionale.
La parabola degli astri cadenti  ‘A different man’ ‘The last showgirl’ e ‘The shrouds’

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