La candela il Saraceno e quella ziraia che sembrava un tempio

Il busto del Buratto, la cantina del nonno e il coraggio di un bambino con un moccolo in mano: frammenti di vita aretina tra Santo Spirito e MuglianoNato in Santo Spirito, ma più legato ad Arezzo che al rione. L’identità rionale l’ho sempre sentita meno della mia appartenenza al Comune, alla città nel suo insieme, all’aretinità vera, quella fatta di storie, gesti, parole, sapori e paure d’infanzia.Da piccolo, in campagna, i frigoriferi non esistevano. Il primo lo conobbi grazie a un amico di Arezzo, che abitava proprio di fronte a casa mia: un Fiat, modernissimo per l’epoca. A casa nostra, invece, c’era la ziraia, una sorta di cantina scavata nella terra, fresca, buia, senza finestre. Dentro, mio nonno Pietro — ex fattore a Mugliano — conservava l’olio nei grandi ziri di coccio, il vino infiascato, i pomodori, i meloni e persino i cocomeri.
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