Un epidemia di regressione comportamentale adolescenziale accompagnata da un certo stigma sociale soprattutto da parte femminile di ragazze e donne stanche di incontrare bamboccioni che pensano a paddle calcetto palestra apericene vacanze e fantacalcio
La definizione “adulescenti” ha dodici anni, ma l’invasione del neologismo in ricerche, analisi, studi, conversazioni, e soprattutto nella nostra realtà quotidiana, data una ventina di stagioni. La coniò nel 2013 un sociologo, Serge Guérin, facendo una crasi fra due termini francesi che, tradotti, significano “cinquantenni” e “adolescenza”. Guérin pensò di fotografare così in una sola parola i molti adulti del Terzo millennio, ludici, epicurei, allergici alle responsabilità, spesso vestiti come i loro figli e in piena negazione dell’anagrafe. Owen Cooper: chi è il giovane prodigio protagonista della serie Netflix “Adolescence” X Leggi anche › Capire l’adolescenza, la collana in edicola con iO Donna Da allora, adulescenti è esondato inglobando anche ultratrentenni e quarantenni.
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