Il sudore e la felicità di una partita sul sagrato della Chiesa

«Chi arriva ultimo va in porta». «Portiere volante». «Chi segna vince». «Chi segna regna». «Fallo di mano fallo da villano».  «Chi perde è un pirla».  «Palla contesa, palla alla difesa». Se queste frasi  non vi suonano familiari  non sapete che cosa vi siete persi:  le ore dell’infanzia passate a correre dietro un pallone, con quelle regole da strada e quei modi di dire sempre uguali, dappertutto, sono un patrimonio dell’umanità. Capita spesso di ricordarle, quando ci si trova tra ex ragazzi per cui il calcio giocato è solo memoria. Gianluigi Paragone e io abbiamo deciso di cominciare così  anche il nostro spettacolo teatrale Mi ritorni in mente perché niente ci riempie di nostalgia più del ricordo di quelle infinite partitelle, che duravano fino a quando scendeva la notte, con due stracci a far da porta e le ginocchia immancabilmente sbucciate.
Il sudore e la felicità di una partita sul sagrato della Chiesa

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