L’Ungheria di Orbán prepara una nuova stretta sui diritti al voto una legge per vietare il Pride e facilitare le espulsioni dal Paese

Oggi, lunedì 14 aprile, il Parlamento ungherese è chiamato a votare un controverso emendamento costituzionale che gli attivisti per i diritti umani denunciano come «una significativa escalation» negli sforzi del governo di Viktor Orbán per reprimere il dissenso. Fidesz, il partito di destra che sostiene il primo ministro, ha presentato un emendamento che mira a codificare il recente divieto imposto dal governo sugli eventi del Pride. Questa modifica – che viene giustificata dal governo con la necessità di proteggere i bambini dalla «propaganda sessuale» – aprirebbe di fatto la strada all’uso di software di riconoscimento facciale da parte delle forze dell’ordine per identificare i partecipanti e multarli.La stretta sui diritti umani e civiliL’emendamento, però, va ben oltre il divieto dei raduni della comunità Lgbt+.
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