Perché la decisione di scrivere ‘genitori’ sulla carta d’identità dei minori non mi trova d’accordo

La storia umana ci insegna che nei momenti di crisi la paura è il sentimento che guida le azioni e i pensieri umani, e di conseguenza le tensioni reazionarie risultano rischiosamente dominanti. Semplificazione, omogeneizzazione, fine del pensiero critico, calo dell’ascolto, scomparsa del conflitto generativo.La guerra in ogni sua forma, che attua tragicamente la cancellazione dell’empatia e della fragile concretezza dell’esistenza, è più efficace della negoziazione, così come la cancellazione di ogni differenza, Perché ogni differenza è, di per sé, una faticosa ma necessaria domanda di dialogo.Per questo non mi ha sorpresa la (brutta) decisione assunta dalla Suprema Corte che ha confermato la dicitura ‘genitori’, al posto di ‘padre’ e ‘madre’ sulla carta d’identità elettronica dei e delle minori, rigettando il ricorso del governo dopo la richiesta di una coppia di donne ai giudici per ottenere sui documenti del figlio la corretta indicazione, e non ‘padre’ per una delle due madri.
Perché la decisione di scrivere ‘genitori’ sulla carta d’identità dei minori non mi trova d’accordo

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Sulla carta d’identità dei minori è corretto scrivere “genitori”, dice la Cassazione.

La dicitura “padre” e “madre” sulla carta d’identità dei minori è discriminatoria, secondo la Cassazione.

Via "padre e madre" dalla carta d’identità, si torna a "genitore" dice la Cassazione ed è una bella notizia.

Basta con "madre" e "padre" sulle carte di identità: andrà messo "genitore".

Perché la sentenza della Cassazione sui «genitori» (invece che «padre/madre») è un ritorno alla legge originaria.

Perché la sentenza della Cassazione sui «genitori» (invece che «padre/madre») è un ritorno alla legge originaria.

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