Rom e sinti nell’ippica Un legame molto forte

Tra le piste che gli investigatori seguono per l’agguato del Visarno c’è anche quella di vecchie faide familiari tra gruppi nomadi. Del resto il cavallo ha sempre fatto parte della cultura sinti e rom. Non a caso nella festa gitana più celebre, quella che si tiene in Camargue a fine maggio per la patrona santa Sara, uno dei momenti più suggestivi è rappresentato dalla processione a cavallo, sui piccoli destrieri dal mantello grigio tipico della regione. Questo legame con il più nobile degli animali non deve sorprendere. Fino a una cinquantina di anni fa le carovane nomadi si spostavano su carri trainati da cavalli. E spesso questi erano anziani trottatori ormai in pensione, comprati per poche lire dalle scuderie degli ippodromi. Ora non ci si sposta più sui cavalli, ma la passione è rimasta e si è trasformata nell’attività ippica.
Rom e sinti nell’ippica Un legame molto forte

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