De Andrè e quello sputo dalla terrazza

Negri Ma voi due, comici imbianchini sballottati per Milano, siete poi riusciti ad andare in vacanza? Per una volta, come in un vecchio romanzo d’appendice e cistifellea, darò un seguito alla rubrica ultima scorsa. Sì, ci riuscimmo. Intrisi ancora di acqua ragia, andammo ad Alassio in treno, 10 giorni da impiccati a scannarci per una ragazza: scelse prima me, poi mio cugino e poi un terzo corteggiatore a noi del tutto ignoto. Eravamo una generazione dispersiva e romantica, io suonavo la chitarra e mio cugino molto meglio. Corteggiavamo suonando, nessuna originalità: a quei tempi lo facevano anche i babbuini. Comunque una sera, nel giardino dell’hotel, avevo guadagnato punti decisivi presso la bella facendo il De André, sebbene della mutua. Tanto poco bastò: lei mi guardava con occhi innamorati.
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