Fatico a ricordare il tuo viso E ancora di più la tua voce

Quando si perde una persona cara, che cosa rimane? I ricordi: l’ultima traccia tangibile della sua esistenza nel mondo. Perché quando tutto svanisce, a riempire quel vuoto rimane solo l’eco ingombrante dell’assenza. Ed è inevitabile che, lentamente, si smarrirà ogni traccia sonora della voce e la memoria dei lineamenti del viso. E nemmeno i ricordi di vita condivisa sono al sicuro da quella beffarda ironia del tempo, che anche in questo gioca la sua parte. Lo descrive con delicatezza e una prosa intima, poetica ed estremamente toccante Giuseppe Cesaro nel suo ultimo libro “Fatico a ricordare il tuo viso. E, ancora di più, la tua voce”, edito da La Nave di Teseo.    L’autore racconta la sua vita familiare, a partire dalla perdita di sua madre quando ha appena diciassette anni. Ed è proprio a lei che si rivolge, in un dialogo profondo che va oltre il tempo e che satura ogni distanza.
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