I militari italiani che si opposero al ricatto nazista

Prosegue il nostro viaggio per raccontare l’altro 25 aprile, ben diverso dalla narrazione della mitizzata Resistenza. Libero ha scelto di accompagnare i lettori all’appuntamento con la Liberazione raccontando fatti e personaggi che la sinistra ha a lungo sottaciuto per motivi politici.Sotto il cielo d’Italia molte idee ma confuse dopo il proclama di Eisenhower che ufficializzava la resa dell’Italia e quello criptico registrato all’Eiar da Badoglio. Finita la guerra assieme ai tedeschi, si apriva lo scenario della guerra contro i tedeschi che peròavevano pronti i piani operativi sulla prevista defezione italiana. Già nella serata dell’8 settembre erano divampati i primi scontri. Quanto i vertici militari e istituzionali avessero le idee chiare è testimoniato dall’iniziativa del generale Giacomo Carboni, capo dei servizi segreti e comandante del Corpo d’armata motocorazzato a difesa di Roma, il quale con la mediazione di Giuseppe Di Vittorio aveva fatto incontrare al Grand Hotel di Roma i leader comunisti Antonello Trombadori e Luigi Longo con il suo aiutante di campo colonnello Giorgio Salvi accompagnato dal figlio Guido Carboni, capitano del Regio Esercito.
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