Il governo valuta il rinvio della chiusura delle centrali a carbone Salvini spinge Pichetto frena Potremmo tenerle in stand by

In un periodo in cui i cambiamenti climatici sembrano scomparsi dall’agenda politica – prontamente rimpiazzati da nuove priorità, come la difesa comune europea o le tensioni commerciali con gli Stati Uniti – capita che anche l’uso della fonte energetica più inquinante e pericolosa di tutte non suoni più come un tabù. Negli Stati Uniti, d’altronde, Donald Trump non ha fatto mistero dei suoi piani: il governo americano farà di tutto per rivitalizzare l’industria del carbone (e degli altri combustibili fossili). In Europa, nessuno osa arrivare a tanto. Eppure, in Italia c’è chi vuole approfittare del nuovo vento che soffia da oltreoceano per replicare le stesse battaglie di cui si fa portavoce la nuova amministrazione americana. È il caso della Lega, che da qualche giorno ha cominciato a incalzare il governo – di cui pure fa parte – per rivedere la decisione di chiudere le centrali italiane a carbone entro il 2025.
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