La collaborazione Italia Cina sulla sicurezza è un rischio L’opinione di Harth

Apprendiamo dal Tirreno che l’8 gennaio scorso, la Polizia ha arrestato a Prato un cinese di 51 anni accusato di essersi appropriato indebitamente di oltre 185 milioni di euro di fondi pubblici. Il fermo, si legge, “è stato eseguito in esecuzione di un mandato di arresto internazionale diffuso dall’Interpol. La notizia non era stata diffusa e la si è appresa (.) scorrendo il bilancio dell’attività della Questura, nascosta in quattro righe in fondo al capitolo sull’attività della Mobile” In qualche modo, la notifica chiude un cerchio di notizie recenti a conferma di un possibile rafforzamento della cooperazione securitaria tra l’Italia e la Repubblica popolare cinese. Una cooperazione che rischia, una volta in più, di estraniare l’Italia dalla coalizione G7+ intenta a contrastare le interferenze cinesi e la sua repressione transnazionale, nonché di esporla al rischio di dover sborsare un altro risarcimento per ingiusta detenzione a seguito dell’esecuzione di una Red Notice proveniente dalla Cina.
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