Sofia Stefani le colleghe vigilesse in aula Pensava di poter fare tutto era protetta da Gualandi

Il procedimento giudiziario per la morte di Sofia Stefani, la vigilessa 33enne uccisa nel maggio 2024 all’interno del comando di polizia locale di Anzola Emilia, è entrato in una nuova fase. A rispondere dell’accusa di omicidio volontario aggravato è Giampiero Gualandi, superiore e compagno della vittima in una relazione extraconiugale. L’uomo, assistito in aula dai legali Claudio Benenati e Lorenzo Valgimigli, continua a sostenere che il colpo di pistola partì accidentalmente durante una colluttazione. Tuttavia, secondo l’accusa guidata dalla pm Lucia Russo e supportata dalle indagini dei carabinieri, l’omicidio sarebbe stato un gesto intenzionale, maturato in un contesto di forti tensioni personali e professionali.Nel corso dell’ultima udienza, davanti alla Corte d’Assise di Bologna presieduta dal giudice Pasquale Liccardo, sono emerse nuove testimonianze che gettano luce su un ambiente lavorativo carico di frizioni.
Sofia Stefani le colleghe vigilesse in aula  Pensava di poter fare tutto era protetta da Gualandi

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