Storia di tabelline di poesie imparate a memoria e della nostra ignoranza

Questa non è la Storia di che cos’era e che cos’è l’amore, di che cos’era e che cos’è l’ambizione, di che cos’era e che cos’è la morale, di che cos’era e che cos’è la genitorialità, di che cos’era e che cos’è la disciplina – oddio, forse di quest’ultima cosa un po’ sì.Questa è la Storia di me che non so niente, ma niente di niente, non so neanche le cose che credevo di sapere, un fidanzato di quand’ero giovane diceva che io camminavo tranquilla, sembrava tutto sotto controllo, e poi a un certo punto si apriva una voragine di lacuna e ci precipitavo dentro, e più invecchio più spesso vorrei chiamarlo e dirgli quanto aveva ragione, ma non lo faccio perché ho paura che risponda «Guia chi?».Questa è la Storia di noi, noi della mia età, che a volte non sappiamo niente di niente, con un’amica ogni tanto rievochiamo quella conoscente che una volta ci disse che i tre gradi di giudizio funzionavano a spareggio, non importa se la Cassazione ti dà ragione, se in due gradi su tre ti danno torto hai comunque perso, ed era una tizia piena di dottorati e fu quel giorno di molti anni fa che smettemmo di credere nell’accademia (ma pure nelle ore di educazione civica alle scuole medie).
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