Arezzo dove l’arte va a morire tra ferraglia e burocrazia

Nella città che si fregia di aver dato i natali a Piero della Francesca e Giorgio Vasari, l’arte oggi trova rifugio. in una discarica. Anzi, nel più classico dei depositi comunali, quello di via Cesti, dove da tempo giace dimenticato il “Cavallo della Croce” dell’artista Gustavo Aceves. Opera donata con entusiasmo nel 2019, promessa al decoro cittadino, destinata a splendide piazze e cerimonie culturali. Finita, invece, accanto a calcinacci e ruggine.Ora i carabinieri forestali e l’Arpat hanno fatto irruzione – sì, un blitz – nel deposito. Ma non per il cavallo. No, quello è diventato arredo urbano del degrado, troppo scomodo da sistemare, troppo ingombrante da valorizzare. Il vero interesse degli inquirenti? I detriti. La ferraglia. I materiali accumulati in modo sospetto, che sembrerebbero raccontare una gestione allegra del magazzino comunale.
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