I manifesti del 25 aprile del Comune di Roma sono campioni di retorica

Roma, 17 apr – A ottant’anni dalla fine del secondo conflitto mondiale, la liturgia laica del 25 aprile torna puntuale a scandire il calendario civile della Repubblica. Le istituzioni, da sempre impegnate nella perpetuazione del mito resistenziale, celebrano la “libertà riconquistata” attraverso slogan sempre più sfilacciati: a Roma, i manifesti del Comune parlano della “libertà di amare, pensare, studiare, votare”. Ma la realtà che ci circonda sembra smentire ogni parola di quella retorica.Il Comune di Roma e la “libertà di amare”Ma dietro la maschera della libertà, o meglio della retorica della libertà, si cela un’intera società educata a servire. Servire le logiche del capitale globalizzato, servire l’ideologia dominante, servire un sistema che ha svuotato la democrazia di ogni contenuto reale.
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