Lollobrigida lo decanta ma l’alcol è un’epidemia
Anche l’acqua, dice il ministro Francesco Lollobrigida, può uccidere. Lo ha detto per difendere il vino, per respingere le etichette sanitarie, per smontare la narrazione di chi insiste che l’alcol – sì, anche quello nei calici “di qualità” – sia una sostanza tossica. Una sostanza cancerogena. Il ministro ha scelto di fare della retorica contadina una politica pubblica: “Il vino fa bene se non si esagera”. Peccato che i dati dicano altro. E che i morti non siano opinione.Secondo il rapporto dell’Osservatorio nazionale alcol dell’Istituto superiore di sanità, presentato in occasione dell’Alcohol Prevention Day 2025, in Italia ci sono 8 milioni e 600mila consumatori a rischio. Il 22,2% degli uomini e il 9,3% delle donne. In termini assoluti: più di una persona su sei. Tra questi, oltre 780mila hanno già sviluppato danni sanitari gravi – epatopatie, sindromi neurodegenerative, dipendenza – ma solo il 7% è assistito dai servizi.
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