Meno Roma più provincia Meno salotti più argini

Davide Bregola è mio fratello, soltanto mio fratello poteva riportare certi discorsi e controbattere così: “‘Qui non c’è niente. dobbiamo andare a Londra. dobbiamo studiare a Milano. nei paesi c’è la morte.’, diceva la maggior parte dei ragazzi e delle ragazze. Invece per me lì c’era già tutto. Bastava viverlo”. E’ un manifesto strapaesano molto simile al mio ritornello “A Londra non c’è”, uno scatto di mite orgoglio contenuto nel suo ultimo libro dal bel titolo poundiano, “Lezioni dalle rovine” (Avagliano Editore), e dal bellissimo sottotitolo esistenzialista, “Leggere, scrivere, vivere”, che poi è precisamente il mio programma. E’ un libro strapadano, dislocato tra Ferrara e Mantova con l’implicito patrocinio di Ghirri (notare la copertina), Celati e Zavattini, composto di capitoli che raccontano incontri con scrittori dimenticati o disgraziati, “poco illuminati”, e lavori modesti ma formativi fra un incontro e l’altro: meccanico nelle ferrovie, meccanico in una fabbrica di latticini, venditore porta a porta di libri.
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