Natalie Portman e la paura del periodo Lolita Da bambina sono stata profondamente sessualizzata sul set

«C’è un’immagine pubblica di me che è diversa da quella che sono», Natalie Portman si confessa sulle pagine della rivista Interview con la collega Jenna Ortega. Un confronto significativo tra due donne di diversa generazione – 43 anni la prima, 22 la seconda – che condividono una storia simile, l’essere diventate star del cinema a livello globale in giovanissima età, con tutte le conseguenze che la realizzazione di questo sogno comporta. «Ne ho già parlato tempo fa – dice Natalie Portman – di come, da bambina, fossi profondamente sessualizzata, cosa che credo accada a molte ragazze sullo schermo. Mi ha spaventata molto. Ovviamente la sessualità è una parte fondamentale dell’essere una bambina, ma volevo che fosse dentro di me, non rivolta verso di me». Lo chiama il suo periodoLolita”, uno dei tanti che, racconta alla collega, ha passato a causa, pare, di questa abitudine dell’industria hollywoodiana ad incasellare le attrici in dei cliché: «In ogni fase della mia carriera – spiega – ce n’era uno diversa in cui pensavo, “Oh, devo evitarlo”.
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