Tim e quel cda imbullonato alla poltrona

È vero. La resilienza è indubbiamente una caratteristica della gens italica. Ma il livello cui è arrivata nel consiglio di amministrazione di Tim rasenta la patologia. Come noto, nell’azionariato dell’ex monopolista dei telefoni c’è stato un cambio di governance. Ai francesi di Vivendi, che a essa avevano da tempo rinunciato dopo l’uscita dei loro uomini dal cda e la messa in vendita della partecipazione, è subentrata Poste italiane che l’ha comprata con beneplacito e soddisfazione del governo e della comunità finanziaria tutta, le cui speranze di far rivedere le stelle a un titolo ridottosi a penny stock si sono riaccese. Tutto è bene quel che finisce bene dunque? Insomma.Poste è subentrata a Vivendi in Tim (foto Getty).In un Paese normale il cda si comporterebbe diversamenteIn un Paese normale – la citazione del politicamente compianto Massimo D’Alema è d’obbligo – dal cda dell’azienda sarebbero arrivati al nuovo padrone segnali di piena disponibilità.
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