Chip indiani nei sistemi russi anche Delhi vuole esportare più armi

Il 7 aprile scorso una nota dell’intelligence militare ucraina ha diffuso la notizia che un componente elettronico di fabbricazione indiana sarebbe stato trovato e identificato per la prima volta in un sistema d’arma russo. Secondo quanto si è appreso da siti riconducibili a Kiev si tratterebbe di un microprocessore costruito dall’azienda indiana Aura Semiconductor finito in un apparato in uso alle forze russe. Difficile, al momento, stabilire se tale oggetto fosse stato effettivamente prodotto in India oppure triangolato da una delle filiali cinesi di Shenzhen, Ning Bo o Shanghai. Aura ha anche sedi negli Usa, in California, ed è un’azienda costantemente controllata proprio per le sue capacità nel settore elettronico. Il punto di forza di Delhi è costituito dalle nuove generazioni di ingegneri altamente formati (in occidente, dal Regno Unito agli Usa), e dalla capacità di adattarsi alle tecnologie dottrine militari delle armi russe e occidentali allo stesso tempo, fatto che provoca un aumento delle richieste da parte estera anche per via dei prezzi contenuti e ridotti fino a un decimo rispetto a quelli occidentali, come avviene per i proiettili per artiglieria, che costano 350 dollari contro prezzi europei da 3.
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