Il caffè avvelenato la buca scavata l’agguato in auto il piano fallito per ammazzare il capo ultrà dell’Inter Andrea Beretta

La fossa per il capo ultrà interista Andrea Beretta era già stata scavata, la calce per chiuderla già acquistata: i vertici della Curva Nord milanese avevano pensato a tutto. Un caffé avvelenato per stordirlo prima, e poi lo avrebbero ammazzato e sepolto, trafugando la sua macchina a Nizza per simularne una fuga. È lo stesso Andrea Beretta, collaboratore di giustizia dopo essere stato arrestato per aver accoltellato a morte Antonio Bellocco, a raccontare agli inquirenti di aver ricevuto una soffiata. Un piano architettato dal rampollo della ‘ndrangheta calabrese entrato da poco nel direttivo della Nord e da Marco e Gianfranco Ferdico, figlio e padre tra i più influenti nella curva interista coinvolti nella maxi inchiesta Due Curve. Una guerra sanguinosa e interna al tifo organizzato, che affonda le sue radici in un’altra uccisione – quella dell’ex frontman Vittorio Boiocchi – e negli affari illeciti per il merchandising dentro e fuori San Siro.
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