La difesa comune europea non è la scusa per non agire è il presupposto

Chi è nato e cresciuto tra la fine degli anni Novanta e gli inizi dei Duemila ha non poche difficoltà a comprendere il linguaggio e le scelte politiche che si stanno prendendo, in tutto il mondo, sulla difesa, specie in questi ultimissimi mesi. Da piccoli ci veniva spiegato che sì, c’era molta violenza, ma che tutto sommato si trattava di conflitti regionali, limitati, che in qualche modo ci riguardavano solo da lontano. Una lettura quantomeno incompleta, ma che si giustificava con la “lontananza” geografica di quanto accadeva.Ci hanno giustamente insegnato che l’Unione europea ha garantito la pace più duratura nella storia tra i Paesi europei. Forse ci siamo illusi che in qualche modo si vivesse in una post-storia, esente dai rischi delle grandi guerre, grazie agli sforzi dei nostri nonni per costruire un diritto internazionale e istituzioni a garanzia della pace.
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