Tra Astrattismo e NeoPop le vivaci opere multidirezionali di Simone Hardt

Il mondo della vivacità cromatica appartiene a quelle personalità artistiche esuberanti e positive perché all’interno dei toni pieni e irreali riescono a realizzare un’essenza troppo spesso spenta o messa in silenzio da una realtà contingente in cui si sentono limitati e inadeguati, o che semplicemente non è conforme alla loro natura né al loro punto di vista sull’esistenza. A questo approccio pittorico hanno appartenuto nel corso della storia dell’arte autori che hanno optato per uno stile privo di forma e altri per cui invece l’immagine visibile era al centro della loro ricerca cromatica; in tutti i casi il risultato ha sempre avvolto e trasportato l’osservatore in una dimensione divertente e vivace dentro la quale trovare l’entusiasmo fanciullesco perduto dall’adulto. L’artista di cui vi racconterò oggi è autrice di un linguaggio pittorico singolare e contraddistinto appunto dalla vitalità espressiva di chi ha bisogno di lasciare fuoriuscire i propri veri colori per perdersi in un universo creativo privo di forma ma denso di tonalità esuberanti e allegre.
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