Ucciso a 18 anni smantellato commando la faida rom ha radici bergamasche

“Servono due tre persone a Milano”. Roberto Ahmetovic pronuncia queste parole la notte tra il 25 e 26 aprile 2024. È tardi, ma non ha intenzione di andare a dormire. Al contrario, dalla sua abitazione a Suisio pianifica quella che gli inquirenti definiscono una “spedizione punitiva” in piena regola. Chiama a raccolta il cognato Jagovar Ahmetovic, senza fissa dimora, in quei giorni parcheggiato con il suo camper in via Don Bosco. E il fratello Dajgor, che sta a Capriate San Gervasio. I tre salgono su una Seat Leon nera (poi su una berlina grigia, a loro non riconducibile) e sfrecciano in direzione Milano. Lì, qualche ora prima, Roberto aveva avuto un alterco con Johnny Sulejmanovic, 18enne con un Fiat Ducato in via Varsavia, davanti all’ortomercato. Anche lui aveva vissuto nell’Isola Bergamasca, tra Suisio e Calusco d’Adda.
Ucciso a 18 anni smantellato commando  la faida rom ha radici bergamasche

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