Un caffè avvelenato e la buca già scavata il piano di Antonio Bellocco per uccidere Andrea Beretta
Milano – Sera del 4 settembre 2024, il capo della Nord interista Andrea Beretta è ricoverato al San Raffaele, piantonato. Qualche ora prima, ha ucciso a coltellate Antonio Bellocco, ma nella colluttazione è stato ferito da un proiettile. Inizia a parlare, lascia intendere che sta pensando di pentirsi (come poi avverrà): ad ascoltarlo ci sono il pm Paolo Storari, i carabinieri del Nucleo investigativo che l’hanno arrestato per l’omicidio di Totò ’u Nanu e i poliziotti della Squadra mobile che 26 giorni dopo faranno scattare la retata “Doppia Curva” sul mondo di mezzo di San Siro. È in quei minuti, risulta al Giorno, che il quarantanovenne fa cenno per la prima volta al piano architettato dal rampollo del clan di Rosarno per farlo fuori: “Qualcuno mi ha avvisato”. Chi è l’informatore? Daniel D’Alessandro alias Bellebuono, che due anni prima (ma di questo sarà accusato solo in seguito) ha freddato Vittorio Boiocchi con due colpi di Luger 9x19 e che il 23 luglio 2024 ha preso parte all’incontro di Pioltello durante il quale Beretta è stato minacciato apertamente dall’ex socio calabrese per la “cresta” sul merchandising.
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