Ogni perturbazione è uno strazio ma non possiamo abituarci
Le vicende di questi giorni stanno ricalcando i confini di due mondi paralleli. Da una parte, c’è la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che, direttamente dallo Studio Ovale della Casa Bianca, stringe accordi da dieci miliardi con Donald Trump sull’acquisto di gas naturale liquefatto (Gnl) statunitense, oppure il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini che organizza convegni sul nucleare da cui emergono proposte sul rinvio della chiusura delle centrali a carbone in Italia. Si tratta di due notizie che confermano quanto la nostra economia sia ancora strettamente e visceralmente legata ai combustibili fossili. Dall’altra, c’è la realtà degli eventi meteorologici estremi, frutto di un clima che è andato in tilt proprio a causa dell’uso sfrenato di quei combustibili fossili che – nascondendoci dietro l’aumento della domanda di energia dovuto all’intelligenza artificiale e ai data center – facciamo ancora così tanta fatica a lasciare andare.
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