Un’AI che parla con i nostri genitori anziani altro che Black Mirror

Si chiama “InTouch”, ed è l’ultima trovata del comparto AI che promette di colmare un po’ del vuoto di cui ci circondiamo sempre più spesso. In questo caso, il task da delegare a un processo automatizzato è quello delle telefonate ai genitori anziani. Per 29,90 dollari al mese, un’intelligenza artificiale con voce generica si prende la briga di fare quello che i figli fanno sempre più di rado: chiamare quotidianamente i propri cari, animando conversazioni di circostanza che simulano quell’empatia affettata tipica di questi strumenti – e non a caso, anche di una certa maniera di vivere i rapporti interpersonali in California e dintorni. Dopo ogni chiamata, l’AI invia un riassunto all’utente, indicando anche l’umore dell’interlocutore (“positivo”, “neutro” o “giù di corda”), facendogli così risparmiare una buona dose di minuti nell’espletamento delle sue funzioni di erede.
Un’AI che parla con i nostri genitori anziani  altro che Black Mirror

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