Dal Libano a Gaza quando i militari israeliani dicono no

In Israele la riluttanza militare, benché infrequente, non germoglia in epoche recenti. Le sue radici si spingono nel passato, intersecando eventi che, al loro tempo, apparivano eccezioni, ma che retrospettivamente si rivelano prodromi di una più vasta inquietudine. L’avanzata dei cingoli corazzati verso Beirut nel 1982 e i terminali criptati dall’intelligence dell’Unità 8200 dei nostri giorni condividono una sottile ma palpabile connessione.La Prima Guerra del Libano e il movimento Yesh GvulNel pieno della Prima Guerra del Libano, un gruppo di riservisti israeliani decise che l’obbedienza incondizionata non era più una qualità encomiabile. Nacque così il movimento Yesh Gvul, traducibile con “C’è un limite”. I militari si rifiutarono di prendere parte a un conflitto percepito come privo di finalità difensive, non utile alla salvaguardia di vite umane ma asservito ad aspirazioni politiche.Leggi su Lettera43.it