Questa è una Pasqua dolorosa vince l’arroganza di chi si dice cristiano ma agisce in modo opposto

E’ una Pasqua particolarmente dolorosa Questa del 2025. Una Pasqua senza resurrezione, verrebbe da dire. Lo racconta bene l’immagine del bimbo palestinese mutilato di tutte e due le braccia che ha vinto l’ultimo World Press Photo. Lo racconta la strage della Domenica delle Palme, ennesimo spargimento di sangue della guerra in Ucraina, paese abbandonato al suo destino. Lo raccontano le altre guerre dimenticate, come quella in Sudan. E poi c’è la violenza dei neoeletti come Trump, la negazione dei diritti umani più basilari, l’attacco alla scienza, all’inclusione, la guerra agli immigrati e alle loro famiglie (anche se negli Usa da tempo, anche se con lavoro). C’è il sistematico e voluto indietreggiamento nel contrasto alla crisi climatica, platealmente negata.Neanche da noi le cose vanno meglio, anche qui si nega la devastazione ambientale, si punta su gas e nucleare, si deportano immigrati incolpevoli in un altro paese, si istituiscono nuovi reati che negano diritti basilari come quello alla protesta, al dissenso, dentro le carceri – ormai luoghi dell’orrore – e fuori, dove si governa con presunzione e a colpi di decreti quando si rappresenta una minoranza nel paese, come spiegano bene i dati elettorali.
Questa è una Pasqua dolorosa  vince l’arroganza di chi si dice cristiano ma agisce in modo opposto

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Ne parlano su altre fonti: “Nella resurrezione la fonte di speranza più grande”. I messaggi e gli auguri pasquali dei vescovi italiani.
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