Siamo davvero ospiti graditi o invasori inconsapevoli Riflessioni sull’era del sovraturismo
Life&People.it È davvero un privilegio lasciare la propria impronta – spesso distruttiva – ovunque andiamo? Questa domanda, forse scomoda, si insinua sempre più prepotentemente mentre osserviamo le orde di turisti riversarsi sugli stessi identici scorci da cartolina, trasformando luoghi di incanto in caotiche bolge umane. Il termine “sovraturismo” non è un neologismo casuale; coniato oltre un decennio fa, fotografa impietosamente una realtà in cui l’eccessivo afflusso di visitatori sta letteralmente soffocando città, monumenti e paesaggi, mettendo a dura prova la loro stessa esistenza e la qualità della vita di chi li abita. E mentre il flusso globale di viaggiatori torna a gonfie vele dopo la pausa pandemica, la questione cruciale rimane: qual è il limite tra scoperta e devastazione? E cos’è esattamente l’0vertourism?La morsa del turismo di massa: bellezza sotto assedioDiciamocelo chiaro: chi non ha mai sognato di passeggiare tra i canali di Venezia, ammirare la maestosità del Colosseo o perdersi nella folla vibrante di una Sagrada Familia? Ma cosa succede quando questi sogni individuali si moltiplicano all’ennesima potenza? La risposta è sotto i nostri occhi: spiagge un tempo incontaminate soffocate dalla plastica, riserve naturali percorse da sentieri erosi e montagne sacre trasformate in discariche d’alta quota – penSiamo all’ Everest e al suo vergognoso accumulo di rifiuti.
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