Un’archeologia delle emozioni Studenti agli scavi Appia antica 39

"Archeologia delle emozioni". Un’espressione simile, che è anche il titolo di un laboratorio, non va evocata soltanto di fronte a un bassorilievo presente su un sarcofago. La statuaria, l’arte in generale. non sono le uniche tracce della Storia, quella con la S maiuscola. Forse sono le più celebri, certo. Sotto, però, c’è tutto un mondo di testimonianze materiali e oggetti, ognuno dei quali reca con sé un indizio quotidiano, altre storie, insomma, con la s minuscola: storie di vita, che spesso e volentieri riemergono in contesti come le necropoli antiche. Spilloni per capelli, cocci, piccole anfore o contenitori, balsamari ecc. Oggetti che un tempo appartenevano a qualcuno.E chi restava? Chi restava, come affrontava il lutto, il dolore della perdita? Una lunga introduzione, è vero, ma necessaria per spiegare il presupposto che ha portato l’Università di Ferrara e il liceo classico Ludovico Ariosto a collaborare in un programma di Pcto (in soldoni, la vecchia alternanza scuola-lavoro) dal titolo ‘Archeologia delle emozioni: modalità e strategie di elaborazione delle perdite tra passato e presente’.
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