Bruxelles non trova il modo di rompere i contratti di fornitura energetica con la Russia
Bruxelles sta cercando una maniera legale e indolore per rompere i contratti di fornitura di combustibile dalla Russia. Ma è tutt’altro che semplice, sia dal punto di vista strettamente giuridico che da quello politico. E lo è ancor meno sul piano finanziario, perché una via d’uscita – ammesso che esista – comporterà comunque delle grosse spese.Scappatoie legaliLa maniera legale e corretta che la Commissione Europea vorrebbe trovare dovrebbe avere la seguente caratteristica: permettere alle aziende energetiche continentali di recedere dai contratti a lungo termine coi fornitori russi senza essere tenute a pagare pesanti penali. Dunque si cercano delle scappatoie consentite dalla legge, che non abbiano eventuali strascichi giudiziari o penalità da sborsare. D’altra parte, se la UE non vuol dare soldi a Mosca, perché ritiene in questo modo di alimentare la macchina da guerra russa, allora elargirli con le penali sarebbe la classica beffa che si aggiunge al danno.
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