O Patrizio quando lo spalanchi ‘sto bar – Il Caffè dei Costanti tra chiusura affetto popolare e cartelli poetici
All’inizio del 2025 Arezzo si sveglia con una saracinesca abbassata e un cuore un po’ più vuoto: quello lasciato dal silenzio del Caffè dei Costanti. Nessun aroma di Caffè appena fatto, nessuna chiacchiera tra i tavolini in marmo, solo il clang metallico del silenzio. E una domanda sussurrata (mica tanto): “Ma Patrizio, quand’è che lo riapri ‘sto bar?”Già, perché se da un lato si cerca ancora una soluzione per far tornare in vita il glorioso locale acquistato dal Gruppo Prada per 1 milione e 600 mila euro, dall’altro ci pensano gli affezionati aretini a mantenere viva la speranza. E lo fanno come solo loro sanno fare: con ironia, poesia e un pizzico di sana disperazione caffeinomane.Dopo il primo cartello affisso mesi fa sulla saracinesca, ora ne spunta un secondo, più esilarante del primo, che sembra uscito da una commedia toscana messa in scena direttamente da Cecco Angiolieri in versione barista.
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