Pisikk du role – La diplomazia della misericordia di papa Francesco
Poche ore fa le agenzie hanno battuto la notizia diffusa dal cardinale Farrel “con profondo dolore”. Mi ha assalito un groppo, un senso di disagio, uno smarrimento. Il pensiero è andato ai giorni del Gemelli, a quel mercoledì dopo il ricovero di cui si è detto spesso, dopo, spiegando che il papa era stato ad un passo dalla morte. Ho pensato a quel ritorno in vita come al compimento di una missione lasciata in sospeso, un reinvio del Padre, per completare, chessò, un disegno di pace che gli uomini da soli non riescono più a concepire. Mi erano venuti in mente quei film americani dove gli esseri umani prendono la forma degli angeli, come “il Paradiso può attendere”. Troppo poco, però, il Paradiso ha atteso questa volta: solo 66 giorni, per la precisione prima di reclamarlo.Credo che papa Francesco sentisse nettamente che l’alito vitale fosse in esaurimento e credo che anche per questo avesse deciso di non perdere un solo attimo della vita che gli era rimasta per entrare in rapporto “fisico” con ciò che ha più amato: l’umanità in tutte le sue sfaccettature e declinazioni.
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